Don Davide Gristina quindicesimo ospite ai microfoni di Preti in radio


Don Davide Gristina, vice parroco nella parrocchia di Cristo Re a Cosenza originario di Palermo, è stato il quindicesimo ospite di Roberto De Cicco a “Preti in radio” martedì scorso. “La mia è da sempre una famiglia praticante; fin da bambino ho sempre respirato aria di fede – ha raccontato don Davide. Da ragazzo però non avrei mai immaginato che sarei diventato prete. Mi piaceva, e mi piace ancora, la musica e stare con gli amici. Quando inizia le superiori, nonostante una mia sorella divenne suora, mi sentivo un pò distante dal cammino di fede che da ragazzo vivevo con la mia famiglia che fà parte del cammino neocatecumenale”. Quindi il racconto degli anni del liceo, l’incontro con una ragazza che “presto diventò la mia fidanzata, con la quale mi sentivo al sicuro e confortato. Fu lei che in qualche modo, quando ci lasciammo, mi predisse inconsapevolmente il mio futuro dicendomi che avevo bisogno di un amore più grande. 


Terminato il liceo mi iscrissi all’università alla facoltà di storia. Studiare mi piaceva molto e stavo bene con il gruppo di amici che si era creato”. Però don Davide non si sentiva pienamente realizzato e proprio in quale periodo maturò l’idea di iniziare, parallelamente al percorso di studi, un cammino  vocazionale. “Fu alla fine di quell’anno che, lasciando tutti sorpresi, decisi di continuare sulla strada che mi avrebbe fatto diventare sacerdote. Lo comunicai alla mia famiglia, che quasi non mi prese sul serio, e ai mie amici dell’università che rimasero di stucco. Ma la decisione era presa e nonostante la paura, inizia il percorso in seminario che mi portò qui a Cosenza, nel seminario neocatecumenale ‘Redemptoris Mater’ di Fuscaldo, a quei tempi ancora a Longobardi. Provvidenzialmente insieme a me fu inviato a frequentare qui il mio amico, ora sacerdote, don Dario”. Il racconto degli anni di seminario fatto di studio ed esperienze riaffiora nella mente del giovane sacerdote come uno dei periodi più importanti della sua vita. “Furono anni davvero belli. Si creò fin da subito un clima familiare con compagni e formatori. Si giocava a calcio e si affrontavano insieme le tensioni legate allo studio. Poi, prima di terminare gli studi, fui inviato in Messico per un’esperienza di missione che durò circa due anni. Al ritorno l’ordinazione sacerdotale alla quale parteciparono tutti gli amici e i familiari di Palermo e l’inizio di una nuova vita al servzio del Signore e delle persone che da quel giorno avrei incontrato sulla mia strada”.

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